Malcolm McLaren, genio visionario o follia distruttiva?

“… eravamo nel loro appartamento quando sentimmo per la prima volta i New York Dolls, rimasi scioccato…

“… eravamo nel loro appartamento quando sentimmo per la prima volta i New York Dolls, rimasi scioccato da quanto fossero terribili. Così terribili da farmi male le orecchie. E poi iniziai a ridere, a ridere di quanto fossi stupido. Quanto erano terribili. Abbastanza terribili da essere bravi. Alla quarta o quinta canzone pensai che fossero così terribili da essere geniali. (…) Avevo visto i Beatles, i Rolling Stones, gli Yardbirds, gli High Numbers, John Lee Hooker, Muddy Waters e Screamin’Jay Hawkins, ma questa era la prima volta che mi innamoravo di un gruppo”

 

Syl Sylvain, Jerry Nolan, David Johansen, Johnny Thunders and Arthur Kane of The New York Dolls, NY. 1975. © Bob Gruen

Così Malcolm McLaren descrive il suo incontro con i New York Dolls. Nel 1973 i Dolls sono a Londra per suonare sul tetto di Biba’s, un enorme elegante store di Kensington High. A quei tempi non c’era niente di pericoloso nella pop culture, niente di sexy o stiloso, niente di affascinante, eppure i NY Dolls sembravano incarnare perfettamente tutto questo con le loro melodie fantasticamente scoordinate.

Dopo i flop dei primi due album i Dolls decidono di rivolgersi a McLaren chiedendogli di diventare il loro manager. Malcolm è un visionario, con un sacco di progetti per la testa e la sua folle idea per donare finalmente al gruppo la popolarità che a suo parere merita è di rilasciare un comunicato stampa, una sorta di manifesto contro la politica della noia che recita “Better red than dead”, meglio rossi che morti, a cui fa seguire un concerto intriso di luci rosse, vestiti di pelle rossa e una bandiera dell’URSS sullo sfondo. 

Non è necessario spiegare come per l’America capitalista e repubblicana di Nixon questa mossa avventata abbia portato McLaren ad essere additato come comunista. Il fallimento della serata e le polemiche relative lasciano i Dolls sconfortati e spaventati, i vari membri iniziano ad allontanarsi fino al definitivo scioglimento nel 1977. 

McLaren torna in Inghilterra, ma a differenza di quello che si potrebbe pensare non ha la coda tra le gambe, bensì il petto gonfio e la testa sorretta ben alta dall’arroganza che lo contraddistingue. Al Sex, il negozio di vestiti e articoli per feticisti che gestisce insieme alla futura icona della moda punk Vivienne Westwood, conosce un giovane Steve Jones che con all’ex compagno di scuola Paul Cook ha messo su una band chiamata prima The Strand e poi The Wankers. 

Non ci vuole molto perché Malcolm riconosca in quei ragazzi il suo nuovo strabiliante progetto. Ed ecco che nel 1974 propone ad un riluttante John Lydon, entrato nel suo negozio con una maglietta con la scritta “I hate Pink Floyd” fatta a mano, di fare un’audizione per il gruppo. Per McLaren non ci sono dubbi, quell’uomo dall’intelligenza spiccata travestita da insulti, bestemmie, sputi e occhi sgranati, con una rabbia dentro che solo un figlio della working class può provare, è l’elemento mancante dei Pistols, i Sex Pistols. Lydon assume il nome d’arte Johnny Rotten in riferimento alle misere condizioni dei suoi denti, e dopo vari scontri con il bassista Glen Matlock introduce nella band il suo amico John Simon Ritchie, in arte Sid Vicious. Sid è tanto inetto al basso quanto assuefatto alle droghe ed è uno dei primi fans dei Pistols. 

Le graffianti performance vocali di Rotten, i suoi testi schietti – abbinati alla potenza e all’energia della band – vedono presto i Pistols costruirsi un seguito e gettare le basi di questo nuovo genere musicale poi conosciuto come “Punk”. 

Eppure la formazione è una bomba ad orologerie, McLaren ha messo insieme gli elementi perfetti per un ordigno esplosivo, pronto a detonare da un momento all’altro. E questo momento arriva presto con le cose che finalmente vanno fuori controllo durante il loro ultimo concerto al Winterland Ballroom di San Francisco il 14 gennaio 1978. La band è allo stremo. John è stato fottuto dall’influenza, Sid è stato fottuto dalla droga e Cook e Jones sono stati fottuti da Sid e John. Rotten alla fine abbandona gli altri il giorno seguente, dopo aver tentato invano di convincere Jones a scaricare McLaren. I Sex Pistols come li conoscevamo non ci sono più e Malcolm si ritrova di nuovo con un pugno di mosche. 

Ma quella mente colorata è piena di inventiva e vanagloria, di sfrontatezza e amore per l’eccesso e la trasgressione e non è pronta ad appendere il cappello al chiodo. E così dopo l’ennesimo fallimento decide di investire tutte queste psichedeliche risorse in un nuovo progetto, i Bow Wow Wow. E ‘ McLaren stesso che nel 1980 recluta alcuni membri di Adam and the Ants per formare la band con l’allora tredicenne Annabella Lwin alla voce solista. 

I Bow Wow Wow firmano con la EMI Records nel Luglio 1980 e pubblicano il loro primo singolo, “C·30 C·60 C·90 Go!”, diventando il primo singolo al mondo pubblicato su cassetta. Il brano non viene però pubblicizzato come dovrebbe per via delle lyrics “Off the radio I get constant flow/Hit it, pause it, record and play/Turn it, rewind and rub it away”, che sembrano istigare all’home-taping in un momento in cui la pirateria musicale rappresenta un vero problema.  

Si potrebbe obiettare che il desiderio di McLaren di spingersi troppo oltre abbia raggiunto il picco proprio con i Bow Wow Wow. Ormai noto al grande pubblico per la sua tendenza all’esagerazione pur di far conoscere i suoi progetti, è comunque difficile non meravigliarsi davanti a certe scelte a dir poco opinabili. Malcolm McLaren gestisce la band all’insegna della provocazione e della trasgressione e lo fa ormai senza filtro alcuno. 

Incoraggia gli uomini della band a frequentare prostitute e suggerisce di chiamare una rivista che doveva accompagnare l’uscita del loro album (“Your cassette pet”) Chicken, un termine utilizzato dai pedofili americani. Come se non bastasse, Malcolm si accorge che i ragazzi dai 12 ai 17 anni comprano musica e che le cassette sono però difficili da commercializzare e con una “geniale” (almeno a suo parere) proposta di marketing riesce a convincere la cantante quattordicenne della band, Anabella Lwin, ad apparire nuda sulla copertina dell’album nella riproduzione di “Le dejeuner sur l’herbe” di Edouard Manet, proponendo addirittura di metterlo in prima pagina su una rivista e di venderlo in edicola e nei piazzali dei garage.

Ancora una volta Malcolm McLaren pecca di quella che i greci chiamavano “hybris” e nonostante gli sforzi e i tentativi di stupire e far parlare di sé, il futuro della band si rivela non all’altezza delle sue aspettative. Potremmo dire che McLaren sia in qualche modo il burattinaio che ha contribuito a dare i natali al movimento punk grazie al suo desiderio di superare e stravolgere le convenzioni, di andare oltre all’imposizione di una società omologatrice e alienante, di dare voce ai reietti anticonformisti, eppure nei suoi vani sforzi di raggiungere la gloria ha terminato ogni suo esperimento con un triste (spesso estremo) naufragio. 

La domanda quindi che ci rimane alla fine è sempre la stessa, nel citare Malcolm, possiamo parlare di genio visionario incompreso o di follia distruttiva?

Linda Flacco

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