i 10+1 migliori ospiti di sanremo

Il Festival di Sanremo è finito da una settimana e, come ogni tradizione nazional-popolare, continua a far…

Il Festival di Sanremo è finito da una settimana e, come ogni tradizione nazional-popolare, continua a far parlare di sé con commenti, discussioni, congetture e analisi, che molto spesso esulano dalla critica musicale fine a sé stessa.
Nonostante gli anni che passano e i trend che cambiano, in questi giorni non abbiamo potuto non ripensare alle esibizioni storiche degli ospiti internazionali che hanno calcato il palco dell’Ariston nel corso dei decenni, dal fulgore degli anni ’80 al Britpop, fino ai mostri sacri come il Duca Bianco e il Baronetto Paul McCartney. A volte sopra le righe, talvolta confuse, spesso dissacranti, ma mai banali: la maggior parte degli ospiti non ha deluso le aspettative dei fan che li guardavano da casa. Già, perché, come sappiamo, il pubblico in sala non è esattamente quello più adatto o pronto per apprezzare certe performance: un atteggiamento gelido e giudicante chiaramente percettibile dai musicisti sul palco che, infatti, spesso non si sono fatti mancare l’occasione di ripagare tale scetticismo.

Consapevoli che fosse impossibile citarle tutte, abbiamo pensato di ripercorrere le esibizioni più indimenticabili, per un motivo e per l’altro: ci sarà da commuoversi nel rivedere artisti incredibili che non sono più con noi, da divertirsi nel vedere artisti svogliati o, ancora, da caricarsi con un po’ di sana attitudine rock (o, forse, punk).

Pronti?

[nota: le esibizioni sono ordinate cronologicamente, dalla meno recente alla più recente]

10. Queen – 1984
All’apice del successo, i Queen sbarcano a Sanremo portando “soltanto” il singolo “Radio Ga Ga”: in quegli anni, la regola perentoria del Festival impone ancora il playback agli ospiti, e Freddie Mercury non fa nulla per nasconderlo. Vi fa impressione pensare che sul palco su cui qualche giorno fa c’era Eros Ramazzotti che si dimenticava la prima frase della sua canzone più famosa, nell’84 ci fosse Freddie? Avete ragione.

9. Duran Duran – 1985
Non possono esserci anni ’80 senza la band che per eccellenza ne ha incarnato lo spirito e la moda: accolti da scene di isterismo dalle fan in delirio, infiammate dall’hype di costume intorno al gruppo (nello stesso anno proprio in Italia esplode il successo editoriale del libro “Sposerò Simon Le Bon” a firma della milanese Cinzia Gurrado), i Duran Duran arrivano sul palco di Sanremo con la loro hit più iconica, “Wild Boys”.

8. Depeche Mode –  1986
Freschi della recentissima partecipazione all’edizione di quest’anno, i Depeche Mode sono dei veterani del Festival, di cui sono stati ospiti nel 1986, nel 1989, nel 1990 e, appunto, nel 2023. Per la prima apparizione, giovanissimi, portano sul palco il singolo “Stripped” e una moto Guzzi V35 Custom, con lo scopo di evocare il suono del motore incluso nel campionamento del brano.

7. Europe – 1987
Un’altra band leggendaria per questo decennio: gli Europe caricano l’atmosfera dell’Ariston con il loro pezzo culto, “The Final Countdown”, un brano divenuto simbolo di un’intera epoca, talmente 80s da sembrare impossibile. Aspettati con ansia, gli Europe entrano in scena verso la fine della puntata, pochi minuti prima della proclamazione del vincitore, per un perfetto “countdown”.

6. The Smiths – 1987
Verso la fine del decennio, Oltremanica si affaccia un nuovo tipo di rock: meno glam e colorato, più amaro e dimesso, pronto a raccontare paure e storie di personaggi introversi che si allontanano dai wild boys dei Duran Duran. La kermesse canora ospita Morrissey, Johnny Marr e il resto dei The Smiths nella location che quell’anno è dedicata agli ospiti internazionali, il Palarock: la band, già in profonda crisi e verso la fine della propria carriera, si esibisce con uno dei suoi pezzi più belli, “Ask”.

5. Paul McCartney – 1988
I Queen non sono stati gli unici artisti mitologici a essere apparsi all’Ariston: sul finire degli anni ’80, Sanremo ospita addirittura metà Beatles. Nel 1988, infatti, l’ospite di punta è Paul McCartney con “Once Upon a Long Ago”, ma negli stessi giorni il Palarock accoglie George Harrison, premiato dal concorso di Video Music che premia i migliori video dell’anno.

4. Tina Turner – 1990
Allo scoccare del nuovo decennio, la star del Festival è una donna, Tina Turner. Elegantissima e grintosa nel suo tailleur morbido e viola, Tina si muove sinuosa sul palco al ritmo della mitica “The Best”, mostrando un’assoluta padronanza della scena, che farebbe molto invidia a chi oggi si affanna per provare a colpire l’attenzione a colpi di look eccessivi.

3. Blur – 1996 
Si cambia decade e si cambia genere: se la prima metà degli anni ’90 porta in Liguria artisti rock d’oltreoceano come i Bon Jovi e il boss Bruce Springsteen, la seconda parte del decennio lascia completo spazio agli artisti britannici, che portano sul palco dell’Ariston la musica che sta ridando linfa vitale alla scena inglese: il Britpop, un nome generico e spesso frainteso, che definisce la nuova rinascita musicale della terra d’Albione. Nel 1996 arriva il “Charmless Man” dei Blur o, almeno, di una parte della band: Damon Albarn porta sul palco la sua guardia del colpo per sostituire il bassista Alex James, alle prese invece con un post-sbornia e, soprattutto, il cartonato del chitarrista e amico Graham Coxon, con cui erano iniziati i primi contrasti interni. La presentazione surreale di Pippo Baudo, il playback forzato, il cartonato che cade: questa esibizione entra di diritto nelle più divertenti della storia del Festival.

2. David Bowie – 1997
E’ il turno del Duca Bianco: trovare le parole per descrivere l’eleganza, la creatività e la grazia che questo artista è riuscito a emanare anche in un’esibizione in playback in un’ospitata televisiva è davvero difficile, quindi non lo faremo. Lasceremo che a parlare siano queste immagini e la sua arte: se il titolo del pezzo è “Little Wonder”, la nostra meraviglia invece è ancora immensa, più di 25 anni dopo, e lo sarà per sempre. Grazie per essere passato a Sanremo e su questa terra, David.

1. Oasis – 2000
In risposta ai Blur, qualche anno dopo, arrivano i fatidici “nemici” di quegli anni: gli Oasis. Sanremo entra così nel nuovo millennio con la sfacciataggine e i parka dei fratelli Gallagher, che propongono il singolo “Go Let It Out”, primo estratto dall’album “Standing on the Shoulder of Giants” e pubblicato proprio in quei giorni. Uno svogliatissimo Liam Gallagher, probabilmente infastidito anche dal playback, conclude l’esibizione sedendosi sui gradini del palco.

+1. Placebo – 2001
La nostra +1, ossia la nostra menzione speciale, non poteva che essere lei: l’esibizione menefreghista dei Placebo che offende la platea imbalsamata di Sanremo con un finale polemico. Con un’espressione provocatoria che rimarrà negli annali, Brian Molko decide di concludere “Special K” rompendo chitarra e strumentazioni, e di avvicinarsi ai gradini del palco per andare a prendersi ancora meglio i fischi del pubblico in subbuglio. Non ce ne voglia Blanco, ma riteniamo di poter dire che il suo siparietto con le rose abbia ancora molta strada da fare.

Sara Bernasconi

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