Behind the cover – Le origini nascoste delle hit

Nel magico mondo della musica accade spesso che canzoni più o meno note vengano ripensate, reinventate e…

Nel magico mondo della musica accade spesso che canzoni più o meno note vengano ripensate, reinventate e re-interpretate. Se alcune cover diventano iconiche quanto le originali, altre ne superano invece la fama traendo spesso in inganno l’ascoltatore distratto che ne ignora la provenienza. Rispolverando gli annali della storia della musica, è facile rendersi conto che molte delle canzoni che siamo abituati a cantare in auto e sotto la doccia a squarciagola, sono, in realtà, nient’altro che cover, brani rimodellati e rivitalizzati dagli artisti donando nuova linfa a melodie e testi senza tempo. In questo articolo vi raccontiamo le storie dietro alcune di queste canzoni popolari, gettando luce sulle loro origini nascoste e sugli artisti che hanno dato loro nuova vita.

1.RESPECT – ARETHA FRANKLIN 
Il primo esempio insospettabile è Respect, notoriamente interpretata da Aretha Franklin. Sebbene spesso associata alla potente interpretazione della regina del soul, la canzone è stata originariamente scritta e registrata da Otis Redding. Pubblicata nel 1965, la versione di Redding emanava un’energia grezza, ma è stata l’interpretazione di Aretha, uscita solo due anni dopo, a catapultare la canzone allo status di inno, diventando un simbolo dei movimenti femministi e per i diritti civili.
 
2. HURT – JOHNNY CASH
Un’altra cover iconica è Hurt di Johnny Cash. Mentre molti riconoscono la toccante interpretazione di Cash come il culmine della sua rinascita alla fine della carriera, la canzone è stata inizialmente scritta e interpretata da Trent Reznor dei Nine Inch Nails. La versione originale di Reznor, del 1994, è caratterizzata da elementi industrial rock e da un senso di disperazione. Nelle mani di Cash, tuttavia, “Hurt” si trasforma in una riflessione commovente sull’invecchiamento, il rimpianto e la redenzione, risuonando con il pubblico in modo profondo e personalmente significativo.
3. GIRLS JUST WANT TO HAVE FUN – CINDY LAUPER
Chi non ha cantato Girls Just Want to Have Fun con la vivacità e l’energia contagiosa di Cyndi Lauper? Eppure la canzone è stata originariamente scritta e registrata da Robert Hazard nel 1979 con un tono notevolmente diverso. La versione di Hazard rappresentava una prospettiva maschile sulla vita notturna e gli incontri casuali, mentre la reinterpretazione della Lauper, pubblicata nel 1983, trasforma la canzone in un inno femminista che celebra l’empowerment femminile e la leggittima libertà delle donne di divertirsi insieme.
4. I WILL ALWAYS LOVE YOU – WHITNEY HUSTON
I Will Always Love You di Whitney Houston rimane uno dei singoli più venduti di tutti i tempi. Tuttavia, pochi si ricordano che la canzone è stata prima scritta e interpretata dalla leggenda della musica country Dolly Parton. La versione originale di Dolly, pubblicata nel 1974, metteva in luce le sue spiccate capacità di entrare in contatto con il lato più intimo ed emotivo dell’ascoltatore. La cover della Houston, presente nella colonna sonora del film The Bodyguard nel 1992, ha elevato la canzone a livelli ancora più alti con la sua potente interpretazione vocale, rendendola sinonimo di romanticismo e dolore.

5. TAINTED LOVE – SOFT CELL
La versione synth-pop di Soft Cell di Tainted Love è diventata un fenomeno mondiale negli anni ’80, epitomizzando il suono new wave dell’epoca. Tuttavia, la canzone è stata registrata per la prima volta da Gloria Jones nel 1965 come brano soul. La reinvenzione elettronica di Soft Cell ha dato nuova energia alla canzone, portandola al successo in cima alle classifiche e alla popolarità duratura.

6.THE MAN WHO SOLD THE WORLD – NIRVANA
La struggente versione dei Nirvana di The Man Who Sold the World ha introdotto una nuova generazione al genio enigmatico di David Bowie. Originariamente pubblicata sull’album omonimo del 1970 di Bowie, l’atmosfera cupa e i testi introspettivi della canzone hanno risuonato con le sensibilità di Kurt Cobain, il cui risultato è stata un’interpretazione ipnotica che ha catturato il pubblico di tutto il mondo.
 
7. I LOVE ROCK’N’ROLL – JOAN JETT 
La versione feroce e ribelle di Joan Jett di I Love Rock ‘n Roll è diventata un inno per i giovani ribelli di tutto il mondo. Pochi sanno però che la canzone è stata originariamente scritta e registrata dagli Arrows nel 1975. La voce graffiante e l’energia contagiosa di Joan Jett hanno spinto la canzone a nuove vette di gloria rock ‘n roll, cementando il suo status di classico senza tempo.
 
8. HOUND DOG – ELVIS PRESLEY 
Tutti abbiamo ben presente Hound dog di Elvis, ma questo successo del re del Rock’n’Roll è stato scritto nel 1952 da Jerry Leiber e Mike Stoller e interpretato da Willie Mae “Big Mama” Thornton. Fu però la versione di Presley a guadagnare la prima posizione nella classifica Hot 100 e Most Played nelle classifiche Jukeboxes, vendendo 4 milioni di copie negli Stati Uniti. La canzone è stata anche oggetto di numerose cause legali sul copyright ma i ricavi della povera Big Mama Thornton per la sua potente interpretazione si sono limitati a 500$.

9. ALL ALONG THE WATCHTOWER – BOB DYLAN

La cover elettrizzante di Jimi Hendrix di All Along the Watchtower è una testimonianza della sua virtuosità chitarristica senza pari e della sua visione musicale innovativa. Eppure qualcuno si stupirà nel sentire che la canzone è stata prima scritta da Bob Dylan e inclusa nel suo album del 1967 John Wesley Harding. L’interpretazione di Hendrix ha infuso alla canzone un senso di urgenza e mistero, elevandola allo status leggendario.

10. VALERIE – AMY WINEHOUSE

Ultima ma solo per età, non ci dimentichiamo di Valerie, originariamente dei The Zutons, ha guadagnato la fama con la cover soul di Amy Winehouse. La sua reinterpretazione, pubblicata nel 2007, ha infuso alla canzone il suo distintivo stile vocale e un tocco retrò, portandola al successo nelle classifiche di tutto il mondo. La produzione di Mark Ronson ha aggiunto un suono fresco, mescolando elementi di soul, R&B e pop. La melodia contagiosa e l’espressività di Amy hanno stregato il pubblico, rendendo Valerie un brano di spicco nel suo repertorio. 

Il mondo della musica è pieno di gemme nascoste che attendono di essere scoperte e le cover offrono una lente unica attraverso cui esplorare il processo creativo e l’evoluzione artistica. E non possiamo non citare I’m a believer degli Smash Mouth (originariamente di Neil Diamond), The First Cut is the Deepest di Cat Stevens (cover del brano di P.P.Arnold) o Proud Mary di Ike&Tina Turner (l’originale scritta dai Creedence Clearwater Revival). Da Respect di Aretha a Hurt di Cash fino a Valerie, queste cover non solo omaggiano i loro predecessori, ma li ridefiniscono, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica per le generazioni a venire. E riportando alla luce questi gioielli nascosti, acquisiamo una maggiore comprensione del potere trasformativo della musica e dell’eredità duratura degli artisti che osano reinventare il familiare.

Linda Flacco

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