Carry On Crosby

E così ci lascia dopo oltre 60 anni di onorata carriera quel genio arrabbiato e senza filtri…

E così ci lascia dopo oltre 60 anni di onorata carriera quel genio arrabbiato e senza filtri di David Crosby. Ci lascia in silenzio, con un ultimo tweet in cui si prendeva gioco del paradiso : “Ho sentito che quel posto è sopravvalutato… nuvoloso”

Ci lascia dopo che, perfettamente conscio della finitezza della vita, annunciava neanche 6 mesi fa il ritiro dalle scene, affermando di essere troppo vecchio per esibirsi live ma di aver deciso di chiudersi in sala di registrazione perché ormai il tempo a sua disposizione non era poi molto.

“I’ve been making records at a startling rate. Now I’m 80 years old so I’m gonna die fairly soon. That’s how that works. And so I’m trying really hard to crank out as much music as I possibly can, as long as it’s really good… I have another one already in the can waiting.”

The Byrds

Crosby è un altro figlio del Troubadour di Los Angeles, inizialmente non compreso fino in fondo, neanche dal suo gruppo, non si dà per vinto e forza la mano fino a sfondare quel muro di scetticismo, solo per dimostrare che aveva ragione. I suoi pezzi sono troppo avanguardisti per i suoni folk di McGuinn e Clark ma quando finalmente i due cedono alle sue idee, i Byrds cambiano volto per sempre. Crosby obbliga la band ad ascoltare a ripetizione Ravi Shankar e John Coltrane durante il loro tour nel Regno Unito e quello che ne esce sarà il primo brano psichedelico mai realizzato, Eight Miles High. Ma questo non dovrebbe sorprenderci considerate le appassionate cronache di David dei suoi viaggi sotto effetto di LSD, di cui si evincono tracce nel sound e nei testi confusi di I see you e What’s Happening? dell’album Fifth Dimension del 1966.

Dopo aver fatto musica per 3 anni e 5 album, l’esuberanza e la fame di popolarità di Crosby unita ai suoi atteggiamenti dispotici, diventano però troppo per gli altri componenti della band e si arriva immancabilmente nel 1967 alla rottura, durante la lavorazione del loro sesto album. Si perché David poteva essere tanto generoso quanto irritante, presuntuoso e sempre pronto alla discussione. Joni Mitchell, dopo una breve relazione piena di passione, tradimenti e, ovviamente, musica, a cui la cantante deve l’inizio della sua carriera, lo aveva definito “people-hater”, mentre l’ex collega McGuinn lo chiamava amorevolmente “little-Hitler”.

Il distacco arrivò in favore del supergruppo di cui ogni appassionato del genere riconoscerebbe le voci, Crosby, Stills e Nash (a cui successivamente si unì Neil Young). 

E ‘ infatti il 1968 quando durante una jam session a casa della Mitchel, Nash entrando in salotto si unisce alle voci di David Crosby e Stephen Stills dando vita al magico trio, la cui seconda esibizione live sarà niente di meno che sul palco di Woodstock, e d’altra parte non avrebbe potuto essere altrimenti. Il loro album di debutto, Crosby,Stills & Nash del ‘69, sarà un successo clamoroso e darà una nuova forma alla musica conosciuta fino a quel momento. Con brani più lunghi e testi più personali, in cui la generazione dell’epoca dalla mente più aperta e uno stile di vita libertino poteva riconoscersi, i 4 artisti hanno si sono esibiti ovunque in tutte le combinazioni possibili, da solisti, in trio e sporadicamente con la formazione al completo. 

La personalità di Crosby era invadente e condizionata da un ego smisurato, ma si può dire che avesse ragione ad essere pieno di sé, la sua voce era pura musica senza bisogno di fronzoli e la perfezione veniva raggiunta con l’incredibile naturalezza nelle armonizzazioni dall’architettura impeccabile con Nash e Stills. 

Crosby, Stills, Nash & Young

Ma la stessa folle mente che aveva partorito pezzi straordinari, innovativi ed aveva dato vita alle immortali armonie di CSNY, era l’impersonificazione di “sesso, droga & rock’n’roll”. Con una vita sregolata, dipendenze da cocaina ed eroina, abuso di alcool e l’idea di essere al di sopra della legge, Crosby non si è fatto mancare crolli fisici ed emotivi, accompagnati da svariati incidenti, un trapianto di fegato e un arresto per possesso di armi neanche più in

tenera età. Perché di Crosby si potrebbero dire tante cose usando aggettivi poco piacevoli, non a caso il supergruppo è durato il tempo di qualche album (a distanza di svariati anni) e alcune reunion sui palcoscenici del mondo, sono infatti pochi gli artisti con cui sia riuscito a mantenere un rapporto duraturo, ma forse era proprio questa voglia di lottare a tenerlo vivo. E l’indole battagliera lo faceva essere in prima linea anche e soprattutto per le sue lotte politiche, non ultima quando nel 2016 alle elezioni di Trump propose ai vecchi amici di riunire il gruppo per un concerto protesta davanti alla Casa Bianca. 

Nel suo tentativo di sconfiggere la morte David, che di musica si nutriva, ha rilasciato 6 album negli ultimi 10 anni, l’ultimo prodotto e uscito appena un mese fa, David Crosby & The Lighthouse Band Live at the Capitol Theatre. E un po’ possiamo dire che la morte l’ha battuta, dopo anni di eccessi e una vita vissuta a pieno, senza limiti, senza freni, la musica di Crosby resterà immortale impressa nelle nostre menti, a dirci di andare avanti.

“One morning I woke up and I knew you were gone…

Go your way. I’ll go mine, and carry on”

Linda Flacco

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